Grazie agli standard di sicurezza dell’implantologia moderna e alla possibilità di effettuare gli interventi con l’ansiolisi è oggi possibile operare anche pazienti con importanti patologie sistemiche, come il diabete e le cardiopatie, a patto che queste siano ben controllate dai relativi specialisti.
La letteratura internazionale è concorde nel riconoscere, per il singolo impianto, una percentuale di sopravvivenza a 5 anni che si aggira intorno al 97 %. Questo significa che nel 97% dei casi l’impianto funziona.
E’ poi importante sottolineare che il fallimento di un impianto non è un evento paragonabile ad un rigetto d’organo come temono tanti pazienti: nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, è sufficiente svitare l’impianto in modo indolore, attendere qualche mese per la guarigione del sito implantare ed inserire un nuovo impianto.
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